Racconti dal “fronte” di Augusto Ferraioli “Pianeta Sicurezza”

Spesso troppo spesso, ci capita di imbatterci in situazioni paradossali, proprio lì nel cantiere, sui temi più delicati.

 Chiedi al Capo Cantiere, le bobine, quelle bobine del cavo che stai interrando, quanto pesano?.

Quanto pesano al lordo, quando vi è avvolto il cavo prima di posizionarlo in opera e dopo quando al netto, sono vuote? “non so ora vado a vedere se vi è scritto sulla bobina”,  immediatamente gli poni una seconda domanda, ma dunque come hai organizzato la movimentazione di queste bobine? -  Mi sai dire la portata,  in base allo sbraccio dell’autogrù che utilizzi per il posizionamento, quando le bobine sono piene e poi successivamente quella del braccio telescopico montato su autocarro, quando sono vuote? – “ così in tempo reale no, ora telefono alla Ditta da cui noleggiamo l’autogrù” – e il braccio montato su autocarro, il  braccio è il vostro? – “ telefono subito all’autista del mezzo” – come telefoni all’autista? – “ si io non so, devo informarmi” – “sono X, dimmi quanto è lungo il braccio della gru, dimmi la portata” – l’autista tentenna, non sa “ il capo cantiere mi dice che l’autista non sa a memoria deve trovare il libretto, il manuale d’uso” – gli fai notare, ma come l’operatore non sa, non ricorda, ma come utilizza il mezzo? -  ma tu come hai realizzato il 70% dei lavori, come hai posizionato bobine su bobine, come fai a non sapere? – “non posso ricordare tutto a memoria” – ma come puoi organizzare il lavoro, gestirlo senza avere una conoscenza di elementi così importanti? – “ devo fare molte cose, seguire tutto, spesso i dettagli mi sfuggono” – forse non sono proprio dettagli – dopo qualche ora vengo raggiunto da una telefonata, “abbiamo trovato il libretto, le informazioni che ti servivano sono le seguenti……” .

Ho riportato un dialogo surreale, il cui contenuto tuttavia è reale, ovviamente non intendo fornire indicazioni contestuali finalizzate ad identificare il cantiere, utilizzo l’evento per ragionare e riflettere.

Proprio in questi giorni l’INAIL ha fornito i dati definitivi degli infortuni del 2011, segnalando un nuovo calo, dopo quello registrato nel 2010.

Rispetto alla presentazione dei dati del 2010, il Direttore dell’INAIL è stato più prudente, con un appello  a “mantenere alta l’attenzione”.

Sono proprio situazioni paradossali come quelle descritte, nel dialogo che continuo a definire “surreale” a porci di fronte a tanti interrogativi.

La formazione, quella realizzata in questi anni ha raggiunto lo scopo?

Il POS è uno strumento di programmazione del lavoro, a valle della Valutazione dei Rischi o è solo una risma di “carta” impolverata?

Gli infortuni sono calati solo perché sono crollate le ore lavorate, ovvero sono fortemente sottoutilizzati gli impianti, o perché si applicano con più attenzione le norme di sicurezza e prevenzione sul lavoro?